ăquae naturografie

ăquae. Solamente ăquae. Un elemento solo, vitale, caratterizza una nuova esperienza espositiva all’interno della lunga ricerca artistica di Roberto Ghezzi. Vent’anni di lavoro a stretto contatto con la Natura.

Nelle opere di Ghezzi non esiste medium perché la natura non si rappresenta, comunica se stessa. È da questa dichiarazione di autosufficienza, estremamente poetica, che nascono le naturografie: scritture della natura, opere che vedono la luce nel momento in cui l’artista cede lo spazio bianco della tela all’agire naturale. Artista come architetto, generatore di un processo, in cui è lui a decidere sia le condizioni più favorevoli affinché la creazione abbia inizio, sia quelle in cui debba aver fine. Con queste opere il divenire della natura è messo a contatto con la mutevolezza del materiale, del luogo e del tempo scelto dall’artista per la creazione.

Le opere di Roberto Ghezzi sono figlie dell’interazione tra tele “anfibie” (installazioni tra terra, acqua e aria) e ambiente naturale. Racconta l’artista «In base al paesaggio che incontro scelgo diverse tipologie di tessuti, di supporti, modifico le formule dei reagenti (i preparati naturali con cui tratto le tele per innescare il processo) e le tempistiche». La natura per restituire se stessa ha i suoi tempi, sempre diversi…

Il progetto pensato per Venezia nasce dalla volontà di indagare la Laguna in tutti i suoi aspetti, e intervenire sia nelle aree maggiormente urbanizzate come l’Arsenale, sia in aree più naturali come le Oasi WWF Valle Averto o in aree rinaturalizzate come le barene a sud di Venezia.

Al momento del prelievo delle tele l’artista ha preparato dei campioni di tessuto da sottoporre ai ricercatori del CNR ISMAR e IOM. Le naturografie possono, infatti, anche essere considerate matrici di raccolta di dati e potenziali fonti di informazioni sulle caratteristiche degli ambienti che hanno contribuito a crearle.

«A pensarci bene il momento migliore (concettualmente ed esteticamente) di una Naturografia è sempre quello immediatamente precedente il prelievo, quando ancora è tutto un brulicare più o meno macroscopico… Se dovessi correttamente indicare la tecnica con cui sono realizzate le mie opere potrei anche dire “materia organica su tela”, in quanto i preparati che utilizzo per catalizzare la vita sul tessuto innescano sempre – a contatto con il “luogo” – una piccola scintilla dalla quale poi segue il resto», dichiara l’artista.

Anche le ăquae della Laguna, protagoniste al Fondaco dei Tedeschi, hanno attraversato le fasi di un processo e in mostra è come se si guardassero allo specchio ma l’immagine restituisce una realtà che sta sotto alla superficie delle cose. Siamo lontani anni luce dalla rappresentazione: l’estetica cede il passo al concetto.

Le grandi tele che vediamo scendere dal soffitto, come arazzi di un tempo lontano, sono fatte della stessa sostanza della Laguna, di come si presenta a noi, oggi. All’apparenza pregne di materia eppur leggere e delicatissime, esposte nel loro equilibrio instabile.

Il mondo dentro le tele di Roberto Ghezzi si muove anche stando fermo, crediamo di conoscerlo, ma in realtà non lo abbiamo mai visto, un “mondo nuovo” che arte e scienza assieme ci stanno rivelando.

(estratto dal testo: “Per materia sola. A single matter / Un viaggio nel processo dell’opera di Roberto Ghezzi” di Francesca Di Giorgio)
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poster ufficiale

catalogo

ăquae, terră, aer

Acque, tante e diversificate, ma anche terra ed aria, sono questi i tre elementi della Natura coautrice con Roberto Ghezzi delle opere esposte al quarto piano del palazzo dei Fondaco dei Tedeschi a Venezia e visitabile dal 3 febbraio al 1° maggio 2023.

L’atto artistico inizia sempre da Roberto Ghezzi attraverso un attento studio preliminare dei luoghi in cui avverrà la creazione. Li seleziona secondo la posizione geografica, le caratteristiche estetiche, fisiche, chimiche, biologiche, li mappa e li geolocalizza. Realizza una documentazione video-fotografica, predispone un progetto installativo, sceglie il materiale, ossia il tessuto più adatto e lo tratta in modo bio-compatibile e a impatto zero con amidi e farine, in modo da favorire l’azione dei sedimenti (terre, sabbie, sali), degli organismi vegetali e animali (alghe, piante, funghi, batteri, microrganismi, animali), in una parola della Natura. I tessuti vengono poi allocati su supporti lignei e immersi in terra o in acqua per un periodo che, a seconda del luogo, varia da poche settimane a qualche mese.
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SAN DONÀ DI PIAVE

AQUILEIA

AQUILEIA

TRIESTE

VAL STAGNON

BUTTRIO

MARANO LAGUNARE

ISOLA DELLA CONA

NOVIGRAD

scentia

La vita permea ogni ambiente. Nei mari e nelle lagune la incontriamo libera nell’acqua – e prende il nome di necton o di plancton (rispettivamente gli organismi in grado di contrastare le correnti e quelli che vi si lasciano trasportare) – così come nei fondali e su qualsiasi struttura sommersa – e prende il nome di benthos. È quest’ultimo gruppo il protagonista del presente dialogo tra arte e natura indagato dal progetto ăquae naturografie dell’artista contemporaneo Roberto Ghezzi curato da START cultura e dalla galleria Econtemporary.
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Ingrandimenti di alcune sezioni delle opere esposte realizzato con il microscopio a scansione SEM-FIB

gallery

© Simone Rossi Photo – giugno 2022

© Simone Rossi Photo – giugno 2022

ăquae naturografie

Roberto Ghezzi | solo exhibition

a cura di

testi a cura di

Francesca Di Giorgio
Per materia sola. A single matter
Un viaggio nel processo dell’opera di Roberto Ghezzi

Fabrizio Bernardi Aubry, Stefania Finotto, Irene Guarneri, Marco Sigovini, Davide Tagliapietra
Naturografie: un dialogo possibile tra scienza e arte

Rosalba Molesi
ăquae, terră, aer

in collaborazione con

con il patrocinio di

con il contributo di

con il sostegno di

con il supporto di

partner di progetto

e con

progetto grafico

foto

Simone Rossi Photo

produzione video

shooting & editing

Giulio C. Ladini

2nd unit camera

Silene Brandi

drone

Leonardo Mizar Vianello

traduzioni

Gabriella Griffi

ufficio stampa

Vuesse&c
Volpe&Sain comunicazione (Trieste)

si ringraziano per il supporto scientifico

Fabrizio Bernardi Aubry, Erik Betz-Güttner, Elisa Camatti, Roberta De Donatis, Stefania Finotto, Irene Guarneri, Flavia Mancini, Angela Pomaro, Marco Sigovini, Davide Tagliapietra, Michele Zacchigna

si ringraziano per l’amichevole collaborazione

Anna Adriani, Stefano Borrella, Federica Bosello, Silvestro Cecchini, Marzia Cimenti, Giorgia Costantini, Francesco Di Lauro, Alessia Favaro, Andreina Forieri, Leonardo Mizar Vianello, Maurizio Noris, Furio Ogrisi, Tommaso Pappalardo, Silvia Ricci, Maurizio Rizzetto, Martina Sarzetto, Andrea Siega, Delphine Trouillard

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