ăquae Naturografie
ăquae, terră, aer

di Rosalba Molesi

Acque, tante e diversificate, ma anche terra ed aria, sono questi i tre elementi della Natura coautrice con Roberto Ghezzi delle opere esposte al quarto piano del palazzo dei Fondaco dei Tedeschi a Venezia e visitabile dal 3 febbraio al 1° maggio 2023.

ăquae Naturografie è un progetto specifico nato nel 2022, che conclude la ricognizione iniziata nel 2019 dall’artista Roberto Ghezzi nei luoghi dell’Alto Adriatico (costieri e non). Esso rientra nel suo più ampio progetto artistico concepito oltre vent’anni fa quando, come egli stesso afferma,  «con l’intento di entrare in profondo contatto con l’ambiente, che prima raffiguravo soltanto, è nata la naturografia©. Un termine che ho creato per definire e descrivere un’idea prima ancora che una tecnica». Per Ghezzi non era più sufficiente rappresentare la Natura, ma essa stessa doveva diventare coautrice delle opere che la rappresentano. In questo processo coautoriale, artista e Natura creano assieme le opere d’arte.

L’atto artistico inizia sempre da Roberto Ghezzi attraverso un attento studio preliminare dei luoghi in cui avverrà la creazione. Li seleziona secondo la posizione geografica, le caratteristiche estetiche, fisiche, chimiche, biologiche, li mappa e li geolocalizza. Realizza una documentazione video-fotografica, predispone un progetto installativo, sceglie il materiale, ossia il tessuto più adatto e lo tratta in modo bio-compatibile e a impatto zero con amidi e farine, in modo da favorire l’azione dei sedimenti (terre, sabbie, sali), degli organismi vegetali e animali (alghe, piante, funghi, batteri, microrganismi, animali), in una parola della Natura. I tessuti vengono poi allocati su supporti lignei e immersi in terra o in acqua per un periodo che, a seconda del luogo, varia da poche settimane a qualche mese.
Ghezzi a questo punto lascia che sia la Natura (acqua, terra, aria, organismi viventi, elementi atmosferici, lo scorrere del tempo) ad agire sulle tele, a disegnare i propri paesaggi, a lasciare i propri segni o i propri vuoti. Durante il periodo di immersione le installazioni vengono  monitorate periodicamente per verificarne le condizioni e quando l’artista ritiene che sia giunto il momento ideale in cui la creazione si compie, in cui il bilanciamento armonico tra il progetto dell’uomo e l’azione della Natura arrivano a compimento e producono l’opera, procede al prelievo. I tessuti vengono asciugati, stabilizzati, intelaiati e predisposti per l’esposizione al pubblico.

Le Naturografie diventano quindi raffigurazioni artistiche dell’ecosistema in cui sono state installate – terre, boschi, ghiacci, fiumi, torrenti, laghi, acque salmastre, mare, lagune, ambienti naturali, antropizzati, urbanizzati, riserve naturali … – e possono essere esteticamente molto diverse tra loro a seconda delle caratteristiche del luogo, della stagione, della durata dell’immersione, delle condizioni atmosferiche, dell’intervento di animali piccoli o grandi, di altri eventi naturali o persino dell’intervento dell’uomo, imprevedibile a priori.
Le Naturografie, però, non sono soltanto originali raffigurazioni della Natura, ma sono anche rappresentazione dei processi chimici, fisici, biologici messi in atto da terre, acque, sabbie, batteri, protozoi, funghi e ogni organismo vegetale o animale che si deposita sui tessuti o li erode. Diventano pertanto matrici di raccolta e strumenti alternativi di metodologie scientifiche di campionamento e analisi di laboratorio per determinare la qualità dei luoghi in cui sono state immerse.

Nel 2018, quando Roberto Ghezzi espone per la prima volta a Trieste nella galleria d’arte EContemporary, si crea un sodalizio, un legame professionale tra l’artista toscano e la gallerista triestina Elena Cantori, che porta, “inesorabilmente” si direbbe, le Naturografie anche nel Triveneto e oltre.
Nel 2019 Ghezzi e Cantori effettuano una prima ricognizione ambientale con diversi sopralluoghi in Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia: vengono selezionati alcuni siti, altri purtroppo vengono scartati per le difficoltà logistiche connesse all’installazione delle tele, si video documentano i luoghi, si redigono i progetti installativi, e inizia così la prima mappatura e la prima ricognizione artistica delle acque fluviali e costiere dell’Alto Adriatico a est e a ovest. A fine gennaio 2020, poco prima dello scoppio della pandemia e del lockdown annunciato il 9 marzo, Roberto Ghezzi installa le prime tele nella Riserva Naturale della Valle Canal Novo (Marano Lagunare, UD) e nella Riserva Naturale Foce dell’Isonzo – Isola della Cona (Staranzano, GO).
I fatti a noi tutti noti interrompono per alcuni mesi le installazioni, il monitoraggio e il prelievo delle tele. Il progetto riprende nell’estate con nuove immersioni nelle acque del Canale Anfora (Aquileia, UD), della Riserva naturale della Val Rosandra / Dolina Glinščice (Dolina, TS), del torrente Rio Farneto (Trieste), del Canale Navigabile (Trieste), della Riserva Naturale di Val Stagnon / Naravni rezervat Škocjanski zatok (Capodistria / Koper, Slovenia) e delle foci del fiume Quieto / Mirna (Torre / Tar, Croazia).

Queste Naturografie create nelle acque dell’arco costiero (orientale ed occidentale) dell’Alto Adriatico vengono presentate per la prima volta al pubblico in una mostra realizzata a Trieste nell’ambito di ESOF 2020. Non di tutti i siti installativi però, in quanto, le tele immerse nelle acque del torrente Rosandra (Glinščica in sloveno), devono essere piaciute a qualche estimatore del lavoro di Roberto Ghezzi. Più spesso capita che le tele vengano “trafugate” dagli elementi atmosferici.

Nella primavera del 2021 START cultura, sempre in collaborazione con galleria EContemporary, accoglie il progetto e da allora ha curato, sostenuto e agevolato il processo creativo ed espressivo di Roberto Ghezzi. La consonanza tra le finalità statutarie e progettuali di START e gli obiettivi artistici di Roberto Ghezzi sono felicemente confluiti nelle rinnovate Naturografie.
La prima presentazione pubblica è a TerreEvolute – Festival della Bonifica – Consorzio di Bonifica Veneto Orientale di San Donà di Piave (VE) già nel maggio del 2021. Si tratta del primo passo verso Venezia e i luoghi della sua Laguna e durante l’estate iniziano i primi sopralluoghi e le prime installazioni nelle acque della Riserva Naturale Statale Oasi WWF di Valle Averto a Campagna Lupia (VE) e dell’Isola Falconera a Cavallino-Treporti (VE). Seguono, sempre nel 2021, le mostre Naturografie di Roberto Ghezzi alla Piccola Pinacoteca di Aquileia (UD), a settembre alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di San Donà di Piave (VE) e a ottobre al Museo Lapidarium di Cittanova / Novigrad (Croazia), in cui sono esposte tele frutto di installazioni provenienti da siti del Friuli Venezia Giulia, della Slovenia e della Croazia.

Nel 2022 prende avvio il progetto, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, Naturografie ăquae, con due mostre: la prima allo Spazio MAKE di Udine, la seconda al Lapidarium Parco di Villa di Toppo-Florio di Buttrio (UD) in occasione del TreeArtFestival – Urban Forest, dove si è parlato di divulgazione scientifica e sostenibilità, cultura, arte. Una deviazione quest’ultima nell’entroterra friulano che, oltre all’esposizione, vede anche la realizzazione nel giardino della villa dell’installazione permanente site specific Innesti. Partendo dal concetto classico di Naturografia e quindi dal principio fondante di collaborazione tra artista e ambiente naturale che ospita l’installazione, in questo caso Ghezzi ha piantato le tele bianche in verticale letteralmente a terra, come piccoli alberi che si fondono con le piante del parco messe a dimora in epoche precedenti.

Ecco quindi la terră con i suoi abitanti, che agisce nel sottosuolo, nella parte invisibile della tela. Nel 2023 l’artista preleverà dall’installazione una tela che diventerà opera permanente del costituendo museo contemporaneo a cielo aperto di Buttrio. Roberto Ghezzi ha ideato anche due installazioni site specific, una in Italia e una in Slovenia, per il fiume Isonzo, immaginato come elemento unificatore, punto di incontro e di confronto artistico e naturalistico.

Le Naturografie di Roberto Ghezzi, oltre a possedere una forte valenza artistica, sono, come già accennato, anche un efficace mezzo di ricognizione sullo stato degli ambienti (naturali o antropizzati) in cui vengono installate. Grazie alla collaborazione iniziata nel 2021 con il CNR-IOM di Trieste e il CNR-ISMAR di Venezia, campioni di tessuto sono ora oggetto di indagini scientifiche e in particolare si analizzano i dati derivati dalle indagini al microscopio elettronico a scansione (SEM).

Un’altra collaborazione che conferisce un ulteriore valore alle Naturografie: arte contemporanea e scienza, artista e scienziati si uniscono per sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche collettive di grande rilevanza, quali lo stato di salute dell’ambiente, la salvaguardia degli ambienti naturali e antropizzati, la sostenibilità ambientale, l’etica dei consumi. L’arte da sola non può trovare le soluzioni, ma può sollecitare nuove prospettive e punti di vista da sottoporre alla scienza. E di questo ha parlato Roberto Ghezzi in occasione di NanoValbruna, il Festival green del Friuli Venezia Giulia, a luglio 2022, confrontandosi con il mondo imprenditoriale del marketing e della comunicazione e con il tema del turismo sostenibile.
Il 2022 è anche l’anno in cui Naturografie “sbarca” definitivamente in Laguna e nei Luoghi della Laguna di Venezia, arricchendosi di due altri siti installativi molto diversi tra loro dal punto di vista ambientale e per questo estremamente significativi: la darsena nello specchio acqueo antistante la sede del CNR-ISMAR all’interno dell’Arsenale e una barena rinaturalizzata della Laguna Sud di Venezia. Il primo, un ambiente altamente antropizzato che vanta una storia millenaria, il secondo una terra “rinata”, un luogo quasi inaccessibile all’uomo, inospitale se non per l’avifauna limicola che l’ha eletto a propria dimora, dove regna il mare con i suoi flussi e l’aer ricco di salsedine.

Nelle acque di Valle Averto, di Isola Falconera, dell’Arsenale e della bassa barena, le Naturografie ăquae diventano ăquae naturografie e dallo storico palazzo del Fondaco dei Tedeschi “le ciacola” con le acque del Canal Grande che scorrono sotto il Ponte di Rialto, probabilmente lo specchio acqueo più famoso del mondo.